Io non sono un mago, e tu?

Sottotitolo: SEO non è uguale a “pubblicità su Google del sito”

Che lavoro fai mica l’ho capito… col computer, bravo col computer?

Sì certo, ma io faccio SEO, se abbiamo un sito è un’attività mirata a farci trovare da chi ci trova su Google.

Ah bello, tipo pubblicità insomma

No, non proprio…

Una delle cose più complicate da spiegare a chi non è del nostro settore è l’idea che le attività SEO siano roba da pubblicitari anni ’90, quelli che oggettificavano le donne e scrivevano “approfittane” e avevano fatto, come se internet fosse uguale alla TV. Molti pensano di conseguenza che la SEO sia costituita da furbate più o meno grossolane, da “trucchetti” da applicare al nostro sito per “fare la magia”. E voi quanto avete sognato su questa consulenza SEO, e sul fatto che come “per incanto” la stessa doveva riportarvi su nei risultati di ricerca, senza minimamente mettere in discussione ciò che avevate fatto fino a quel punto? Piedi per terra, questo è il senso del mio discorso.

La dimensione “sognante” nell’ambito di Google e delle attività di marketing annesse allo stesso (quindi anche Google Ads, ad esempio) è stata in parte imposta dal mercato, in parte molti clienti hanno voluto vederci per forza come fossimo “il mago di Segrate“, in parte (c’è da riconoscerlo) siamo stati noi stessi che, per primi, ci siamo cullati in quella dimensione “miracolistica“. Fai la magia, risolvimi il problema!

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Inseguire un sogno può anche andare bene, ma è sempre molto importante fare i conti con le risorse a disposizione, visto che si tratta di lavoro e non di attività fatte per pura passione. Del resto con una SEO sempre più difficile da inquadrare, da fare e da misurare in termini di prestazioni è indispensabile chiarirsi le idee sul fatto che la SEO non sia semplicemente da vedere come “pubblicità al sito”, esattamente per gli stessi motivi per cui ieri ho provato a ridimensionare (o meglio ricollocare) la local SEO.

Quando ho provato a spiegare al mio parente quello che facevo per mestiere e lui ha capito “pubblicità sui motori di ricerca“, del resto, potrei cavarmela dicendo che era un discorso viziato alla base, o al limite che il mio parente era un po’ tonto. Ma sarebbe troppo semplice metterla su questo piano, in effetti: la SEO ha una valenza essenziale perchè lavora sul fatto che gli utenti possano trovarci con maggiore facilità ed efficenza. E questo è un problema anche tecnico, se vogliamo, ed è pure importante farlo per garantire un maggior numero di accessi al sito. Al tempo stesso, pero’, è controintuitivo pensare all’agio degli utenti che ci visitano, perchè siamo spesso distratti in modo narcisistico dal fatto che ottimizziamo per noi stessi (il che è falso: si ottimizza sempre per il pubblico di riferimento), che noi per primi vogliamo vederci “in un certo modo” su Google, che i title magari non ci piacciono e vogliamo farli cambiare al SEO “bravo col computer”.

Questa non è SEO, a conti fatti, ma assomiglia molto ad un trattamento estetico. Che non ha nemmeno alcun senso, dato che ogni utente può vedere i risultati di ricerca in modo diverso quindi anche ammesso che io decida di accontentare il cliente, finirei per essere disonesto con il resto del mondo. E a quel punto, come dire, tanto vale fare altro nella vita…

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.