Seo e ottimizzazione: gli errori da non commettere

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Al giorno d’oggi, per qualsiasi sito, il fatto di poter essere trovato su Google è una priorità. Nel caso in cui così non fosse, ci si trova di fronte ad un problema veramente di primo piano. La prima cosa da fare nel caso in cui un portale non sia presente all’interno della serp è quello di capire quale sia l’errore. Al giorno d’oggi, le lunghe attese del passato non esistono più ed è certamente più semplice per i motori di ricerca trovare un sito o integrare il proprio indice con delle nuove risorse. Di conseguenza, quando Google non riesce a trovare il sito web, allora vuol dire che qualche errore è stato effettivamente fatto.

Il funzionamento deve essere chiaro: ciascun motore di ricerca sfrutta i crawler per andare alla ricerca di nuove risorse, mentre l’indicizzazione corrisponde a quel processo che comporta l’inserimento all’interno del database di Google. Il ranking, invece, è ancora altro. L’indicizzazione permette ad un sito di esser presente nel database di Google, mentre il posizionamento riguarda la possibilità di guadagnare un posto tra le migliori posizioni della serp. Si tratta di due lavori distinti, ma che hanno un minimo denominatore comune, dal momento che senza indicizzazione non esiste nemmeno il posizionamento.

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Uno degli elementi di maggior disturbo alla navigazione degli utenti sono i pop-up a schermo intero che costringono il lettore a chiuderlo per continuare con la navigazione del sito. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, i pop up dei cookie non hanno alcun tipo di effetto negativo sulla SEO. Tutti quei siti web, infatti, che mostrano i vari pop-up che sono previsti obbligatoriamente da parte della legge, non vengono in alcun modo sanzionati. L’informativa sui cookie, anzi, è di estrema importanza, oltre che essere un obbligo secondo quanto previsto dalla normativa italiana, in modo particolare per i portali che si occupano di e gaming e di gioco online, i quali devono notificarli nella maniera corretta a tutela dei navigatori più a rischio. Gli utenti, quindi, devono essere informati in modo adeguato sull’uso dei cookies e deve esprimere il proprio valido consenso per fare in modo che dei cookie vengano inseriti sul proprio terminale.

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Come detto, quindi, la presenza del banner per l’informativa sui cookie non comporta alcun tipo di problema o di penalizzazione da questo punto di vista. Insomma, è necessario fare una distinzione sui pop-up: Google penalizza solamente quei siti che mostrano i pop-up promozionali a schermo intero e che siano intrusivi. La cosa migliore da fare, in questi casi è quella di ridurre la dimensione dei pop-up, in modo tale che vadano ad occupare il 20% del display, soprattutto quando la navigazione avviene da mobile. In questo modo, i pop-up non andranno in alcun modo a dare fastidio alla navigazione e potranno essere chiusi dall’utente con grande facilità e rapidità.

Gli errori che insorgono più di frequente sono quelli che riguardano i file robots.txt. Da molti sconosciuto, eppure si tratta di un file di testo molto importante, dato che mette a disposizione dei motori di ricerca delle indicazioni su come debba essere portata a termine la scansione di buona parte delle pagine di un determinato sito web. Se un certo URL è stato impostato come disallowed all’interno del file robots.txt, ecco che non comparirà all’interno del database di Google. Quindi, se il proprio sito ha un file robots.txt, la prima cosa da fare è quella di verificarlo per capire se ci sono delle directory che sono state escluse o meno.

Un altro errore molto comune è quello di utilizzare i Meta tag robots noindex: questo tag offre la possibilità di riferire ai motori di ricerca che una determinata pagina non deve essere oggetto di indicizzazione e di SEO. Per fare in modo di non trovare una pagina web tra i risultati di una ricerca, deve essere presente una stringa di codice particolare, ovvero <meta name = “robots” content = “noindex, nofollow”>. Ecco, se è presente tale porzione di codice, allora è questo il motivo per cui la pagina non verrà indicizzata all’interno del database di Google.

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Attenzione anche al codice di stato http: nel caso in cui sia errato, allora c’è qualcosa che non va. Nella maggior parte dei casi, il server web presenta un codice di stato pari a “200 OK”. Qualora non fosse corretto potrebbe indicare a quel motore di ricerca che la pagina non è corretta. Quindi, è meglio controllare sempre con grande attenzione tutti gli errori di scansione del proprio portale web, in modo tale da andare alla ricerca di eventuali errori che coinvolgono i codici di stato.

Proteggendo le pagine web con delle password, ecco che solamente gli utenti che detengono tale chiave potranno visualizzare il relativo contenuto. Ciò si verifica qualora alcune parti del sito vengano inserite in un’area riservata, in cui per l’accesso bisogna inserire nome utente e password. Ciascuna risorsa che viene protetta dall’autenticazione, di conseguenza, potrebbe essere impossibile da accedere per i motori di ricerca. Ed è chiaro che il relativo contenuto non potrà essere indicizzato da parte di Google.

Infine, occhio a cookies e codici Javascript, dal momento che potrebbero anche bloccare i robot dei motori di ricerca nel tentativo di effettuare la scansione e l’indicizzazione del proprio sito web in maniera corretta. Infatti, si può celare il contenuto di alcune pagine web facendo in modo che diventi accessibile solamente da quegli user agent che accettano i cookies. Gran parte dei robot dei motori di ricerca non esegue dei codici Javascript eccessivamente complessi e, di conseguenza, la lettura delle pagine correlate è impossibile.

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