Come fare decentemente link building senza farsi penalizzare come dei polli

Ciao!

Chi sono

Sono Salvatore Capolupo, ingegnere informatico e SEO. Mi occupo soprattutto di campagne di link building e link earning professionali. La link building è quella parte della SEO incentrata sull’aumento dei link in ingresso, assicurandosi un fattore qualitativo minimo e sfruttando sia tecniche dirette (gestione di comunicati stampa e guest post, inserimento link nelle community) che indirette (pubblicare ottimi contenuti che poi vengano citati spontaneamente da altri siti). Quella che una volta si chiamava article marketing, in sostanza, e che sono in grado di offrire agli interessati e di lavorarci su richiesta.

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Che siti ti linkano!?

Te lo sei mai chiesto? Domanda insidiosa, e per due motivi:

  1. non tutti i backlink sono di qualità: potresti essere stato linkato da siti che fanno article marketing di bassa qualità, con contenuti scritti in tutta fretta o poco in target;
  2. non tutti i backlink sono controllabili (dalla Search Console del tuo sito, ad esempio, potresti ritrovarne alcuni che non hai inserito di tua volontà)

I backlink, in sostanza, non devono essere semplicemente acquisiti in gran numero, ma è il profilo di backlink (più precisamente) che deve essere migliorato nel suo complesso. Questo non comporta semplicemente l’aggiunta, ma anche eventualmente la rimozione di link tossici o lo “snellire” i nostri profili di link.

Statisticamente parlando, molti siti subiscono una link building parecchio frettolosa e poco curata (tipico dei progetti più economici), ed il risultato è che Google tende a penalizzare i profili di link più scadenti o “sfacciati” (nel senso che usano tecniche black hat).

Sai cosa? È capitato anche a me!

La gestione del proprio blog, e-commerce o sito di news è complicata da mille fattori gestionali, operativi e naturalmente economici, costantemente minati da un motore di ricerca come Google che sembra, in qualche modo, a volte ignorare i nostri sforzi. Del resto ci vogliono mesi o anni perchè progetto decolli o quantomeno trovi realmente il proprio pubblico, e in tutto questo dobbiamo ricordare che non possiamo controllare tutto il “mondo” esterno. Che tu ci creda o no, in altri termini, il problema dei backlink di bassa qualità / assenti / spammosi è capitato anche a me, ed è capito su quasi tutti i progetti web che ho creato.

Un po’ strano da ammettere, per certi versi, ma succede praticamente a tutti nella realtà: la cosa essenziale è sapere come comportarsi!

Come fai la link building / link earning?

Quando ero alle prime armi (e la SEO era poco più del secondo lavoro) testavo le mie prime tecniche: ad un certo punto ho sperimentato l’acquisizione di backlink da siti davvero orrendi, che linkava chiunque con frenesia e poca cura, senza contare che con gli anni ho scoperto che esistono domini che servono esclusivamente a linkare altri domini. Col tempo mi sono accorto che la maggioranza delle persone faceva esattamente come me, comprando servizi SEO “al kg” con l’idea di risparmiare e scalare i risultati in SERP (sì, perchè purtroppo queste consulenze sono ancora oggi valutate da molti come un costo, non come un’opportunità).

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La SEO sta cambiando

Questa l’hai già sentita, ne sono certo, ma stiamo andando in una direzione assolutamente inedita, questa volta. Tanto per dire, Google ha pubblicato l’algoritmo di BERT in formato open source, cosa totalmente inedita rispetto a questo genere di aggiornamenti (almeno che io ricordi, tra i tantissimi Google Update che ho seguito e studiato). La cosa interessante è che, così facendo, fornisce un grado di dettaglio considerevole su come elabori il linguaggio naturale (lo stesso che usiamo per le ricerche, per inciso, in molti casi). Sono finiti i tempi delle corrispondenze esatte tra parole chiave, dei “trucchetti” per imbrogliare il motore di ricerca e dei sotterfugi fatti di richieste vagamente trash di modificare anchor text. Ammesso che questi tempi siano mai davvero esistiti per più di un anno consecutivamente, tra l’altro, dato che Google ha sempre investito sui miglioramenti in questo ambito ed ha tutto l’interesse di non far alterare i risultati di ricerca che l’hanno resa celebre sul web dal primo SEO black hat che passa per la strada.

Capisci cosa implica tutto questo, a questo punto? La SEO è diventata un mondo complicato, sempre più difficile da manipolare con tecniche di spamdexing a basso costo. Col tempo, insomma, Google sembra essersi resa conto che se avesse lasciato campo libero a quell’andazzo (link building in cui bastava infilare le giuste parole chiave per posizionarsi, anche a costo di fare a pugni con l’italiano e con la logica), Google si sarebbe snaturata, i suoi risultati sarebbero molto diminuiti come qualità e – insomma – non sarebbe più stata quella che conosciamo oggi, con i suoi risultati che sembrano “leggere nel pensiero” e via dicendo.

Motivo per cui ha iniziato vari “giri di vite” sui webmaster (penalizzazioni manuali e/o algoritmiche), declassando i siti che ricorrevano a tecniche scorrette (cosa che continua a fare) e premiando (in teoria!) quelli che, invece, lavoravano seguendo correttamente le sue linee guida per i webmaster.

Che cosa c’entra tutto questo con la tua idea di impresa, in particolare del sito web della tua azienda? C’entra, e lo fa in vari modi:

  1. prima di tutto perchè, se vuoi essere visibile su Google dovresti, tra le altre cose, fare un po’ di PR ed entrare in contatti con siti più grandi del tuo.
  2. dovresti inoltre fare in modo che “parlino di te“, ma senza “strappi” e nel modo più naturale possibile.

Puoi avere l’idea imprenditoriale più bella del mondo (a proposito: ce l’hai?), credimi, ma senza un po’ di SEO offsite fatta come si deve (ed un po’ di pazienza, naturalmente) sarà difficile emergere e farti conoscere.

Quanti backlink ci vogliono, come minimo?

No, aspetta: la domanda non è posta nel modo corretto.

I backlink sono soltanto una parte della tua SEO, e non c’è un numero minimo o massimo. Google effettua valutazioni per il ranking molto complicate, in cui intervengono vari algoritmi di machine learning di cui nessuno conosce i dettagli, per cui … bisogna essere molto flessibili. Quando acquisisci backlink, di fatto, prendi contatto con altre realtà, e trovi i contesti adeguati a farti linkare (esempio pratico: organizzi un’intervista), fai in modo che per qualche motivo si parli della tua azienda senza che ciò sembri troppo una “marketta”. Del resto è il gioco del web: se pubblichi backlink dentro contenuti di qualità, quei contenuti porteranno traffico di visitatori pertinenti che diversamente non ti sarebbero mai arrivati… capisci come funziona?

Non credere ai guru, a chi è troppo sicuro di sè o ai venditori di fuffa (ne troverai una quantità industriale), perchè – credimi – non esistono “zone franche” in questo mestiere. Tutti siamo soggetti alle regole di Google, inclusa la pagina che stai leggendo adesso, e  tutti siamo “giudicati” in termini di ranking. Non ci sono raccomandazioni o corsie preferenziali

Come faccio a posizionarmi su Google?

Ma allora quali siti vanno in prima pagina, potresti chiedermi…

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Beh, diciamo che ciò avviene sotto varie, imprevedibili condizioni:

  • a volte fanno quello che sono realizzati meglio tecnicamente (quasi sempre, diciamo!),
  • altre quelli che presentano i contenuti migliori o più utili (dipende molto dalla nicchia di riferimento, ovviamente)
  • in certi casi, anche quelli possiedono un profilo di backlink di maggiore spessore (anche qui, da valutare caso per caso).

Se prendi solo backlink mediante commenti o da forum, ad esempio, è un buon inizio – ma potresti aver bisogno di una “spinta” in più.

Le SERP sono variabili

In un certo senso dovremmo scordarci dell’idea classica di “posizionare” un sito, e questo per un motivo molto particolare: se io “mi vedo” primo col mio sito, non è detto che anche tu veda la stessa cosa. Se non ci credi, prova a fare delle ricerche nello stesso momento da una VPN (usando IP di nazionalità diverse) o da posizioni geografiche diverse e, “come per magia“, vedrai risultati diversi se ti trovi in zona Colosseo a Roma oppure, ad esempio, se ti connetti con la connessione criptata di TOR:

Come scrivevo anche prima, la SEO diventerà sempre più difficile, nelle mie previsioni, e dico questo perchè le tecnologie evolvono sempre (vedi l’apertura di BERT con tanto di codice open source). Se i cellulari, ad esempio, sono sempre più veloci e smart, vale lo stesso anche per le tecnologie che fanno muovere i risultati di ricerca su Google.

Risultati in SERP che, oggi:

  • possono cambiare anche più volte nel giro della stessa giornata;
  • sono misti: possono includere video, prodotti, servizi, recensioni, FAQ
  • possono cambiare in base alla tua posizione geografica;
  • possono cambiare in base all’IP da cui ti colleghi;
  • possono cambiare in base a quello che hai cercato prima;
  • … e via dicendo

Per farla breve, non bastano più un dominio a chiave esatta ed un po’ di keyword stuffing per posizionarsi. Proprio per questo è importante per il tuo business affidarsi ad un professionista!

Che cosa posso fare per te

Mi posso occupare tecnicamente e strategicamente di:

  • SEO offsite (la SEO esterna al tuo sito, quindi campagne di link earning e/o link building)

È la cosa che ho fatto di più anche sui miei siti, e nel tempo ha prodotto risultati incredibili. Non amo vantarmi del mio lavoro, per indole, ma amo quello che faccio e cerco sempre di farlo con dedizione. Guarda qui, per renderti conto meglio: i posizionamenti che ho ottenuto.

Che cosa NON ti conviene fare

Sono piuttosto sicuro che per far evolvere il tuo business lato SEO offsite ci siano tre cose da NON fare assolutamente:

  • comprare link a casaccio (sembra esaltante, ma devi farlo con criterio)
  • farsi scrivere gli articoli su marketplace low cost (sembra conveniente ma ti garantisco che non è così)
  • pensare che la link building non serva alla tua attività (a volte è così, effettivamente, ma lascia che sia un esperto a dirlo, magari: chiedi pure!)

Che cosa puoi fare?

Se desideri una consulenza, contattami

Gli iperlink sovvertono la gerarchia. (Cluetrain Manifesto, Tesi 7)

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.