La seconda pagina di Google non è più un buon posto per nascondere un cadavere

Sembra essere ufficialmente in rollout una nuova feature di Google, implementata apparentemente lato mobile (e solo sul mercato USA, per adesso) denominata continuous scrolling: non lo scrolling infinito (infinite scroll) che caratterizza alcuni siti di news, ma la possibilità di scrollare i risultati di ricerca fino ad una certa soglia, per poi ritrovarsi a vedere suggerimenti di ricerca o altri link su cui è necessario tappare per procedere.

Un bel cambiamento, non c’è dubbio, che potrebbe cambiare l’approccio SEO nella misura in cui si smetterà, un po’ per volta (e solo sui risultati da mobile, da quello che capiamo), di pensare alla paginazione, la stessa che ci faceva dire “prima, seconda e terza pagina di Google”. I fan del celebre detto “I CADAVERI SI NASCONDONO BENE NELLA SECONDA PAGINA DI GOOGLE” dovrebbero a questo punto ricredersi, secondo me, perchè semplicemente (e ne avevamo discusso anche in passato) non è vero. Per rendersene conto basterebbe considerare la dinamica di ricerca che può guidare gli utenti, e che non è necessariamente rigida e pre-determinata come “aprire google, cercare X, cliccare sul primo risultato, generare lead“.

Alcune ads, ad esempio, si annidano da mobile anche nella parte bassa dei risultati, e la paginazione è di fatto scomparsa da tempo.

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In un certo senso quindi, cambia poco. Dico questo per una serie di motivi, che passando anche per il fatto che una SERP da mobile organizzata come visto nel video mostra un utente a cui vengono mostrate varie opportunità, che non pensa solo e meccanicamente al fatto che la qualità si trovi per forza in prima pagina. L’utente in media (anche se non sempre) cerca, confronta, legge, rilegge, interagisce con Google – e lo fa molto più di quanto si possa pensare a prima vista, e quella varietà di contenuti lo testimonia, se vogliamo.

Non è così, piaccia o meno, e questo anche grazie a chi ha sempre e soltanto dato priorità a questo aspetto. Difficile pensare che uno inserisca ads (sia pur meno costose) anche in seconda pagina, se poi non ci clicca nessuno. Difficile pensare, per la stessa ragione, che uno non scorra oltre la seconda o terza “pagina”, ormai del tutto virtuale, dei risultati di ricerca.

Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.