Siti lenti e SEO: cosa fare?

Il tuo sito è diventato una lumaca e non riesci a capire perchè? Nessun problema: c’è sempre un modo per risolvere! Quando un sito smette di funzionare, infatti, ci sono molte cose che bisognerebbe andare a controllare: inutile sottolineare, quindi, che un’analisi seria dovrebbe sempre interessare tutti i singoli punti, e questo molto spesso (per ragioni di tempo o competenze non adeguate) non è possibile farlo.

Che strumenti bisogna usare?

Gli strumenti per i check sono moltissimi, e non tutti sono gratis – anche se molti, almeno a livello base, lo sono; il problema è anche scegliere quelli giusti e saper capire i risultati che ci danno. Alcuni strumenti interessanti lato SEO (che poi interessano tecnicamente il sito stesso, in molti casi), ad esempio, sono indicati nella sezione risorse del sito. In genere, ovviamente, nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi.

Vorresti pubblicare guest post per la tua azienda? Prova il servizio di link building di ➡️ Rankister.com ⬅️

In genere per valutare le prestazioni del sito bisogna valutare:

  • i tempi di risposta del server;
  • i tempi di risposta per l’invio del TTFB;
  • i tempi di caricamento dei vari “pezzi” HTML che compongono la pagina.

Quali CMS si possono correggere?

Quasi tutti, a meno che non siano davvero molto vecchi. I CMS più utilizzati sono WordPress e Joomla!, ma è possibile intervenire su siti web scritti ad esempio in PHP o con sorgente proprietario (ad esempio un sito che ti ha venduto un’azienda su misura per te). Se nel primo caso è più agevole per noi tecnici intervenire, nel secondo spesso è difficile o sconsigliabile farlo: molto meglio, nel secondo caso, chiedere direttamente a chi vi ha fatto il sito (al webmaster).

Problemi tipici

Vedremo adesso quali sono i problemi tecnici più comuni che possono interessare un sito e che, nello specifico, tendono a rallentarlo; ad esempio abbiamo i seguenti.

  1. tempi di caricamento molto lunghi (più di 3-4 secondi);
  2. parti del sito che caricano più lentamente di altre;
  3. sito caricato in modo incompleto.

Lentezza del sito e SEO

In genere la velocità del sito è considerata un fattore di ranking in positivo, nel senso che Google lo valuta bene. Se il sito è lento potrebbe anche avere difficoltà a posizionarsi, in effetti; se le pagine vengono caricate solo in parte, potreste avere problemi in fase di indicizzazione e posizionamento dei vari contenuti.

Non è detto, inoltre, che un sito che si vede bene sul browser sia visto correttamente da Google: ci sono infatti molti fattori che andrebbero presi in considerazione (se le pagine sono scansionabili, ad esempio, e se il robots.txt permetta di scaricarle a Google). Intervenire sulla velocità del sito e migliorarla anche un po’ può essere, alla lunga, una vera e propria ottimizzazione come potrebbero esserlo, ad esempio, migliorare i title, aggiungere le meta description oppure aggiungere backlink al sito.

LEGGI ANCHE:   Link juice: cos'è, come calcolarla, perchè?

Aspetti che possono influenzare la lentezza, quando non funziona più

Il dettaglio del tuo sito ovviamente potrebbe dipendere da altri fattori come:

  1. troppi plugin nel sito;
  2. sito progettato in modo poco efficente;
  3. grafica o CMS troppo lento o con dei bug;
  4. presenza di bug che stanno riempendo il log di errori;
  5. traffico generato da bot che potrebbero rallentarvi il sito dall’esterno (problema di sicurezza del sito o dell’hosting);
  6. hosting configurato in modo scorretto (ad esempio a livello di permessi dei file);
  7. hosting non adeguato a sostenere il carico di visite;
  8. sito non aggiornato o non più funzionante dopo un aggiornamento del sito (plugin, theme, moduli, core, ecc.).

Aggiornamento: ottimizzare le metriche del PageSpeed Insights di Google

Con l’introduzione del nuovo tool del PageSpeed Insights del reparto Lighthouse di Google, ottimizzare una pagina web segue parametri che sono meno tecnici e più incentrati sull’utente. Google a riguardo ha parlato di metriche di User-Centric Performance, a sottolineare come non si tratti soltanto di ridurre la velocità “percepita” dall’utente medio, ma valutare anche quanto ci impieghi il sito, ad esempi, amostrare i primi contenuti utili e a garantire la prima interazione.

Il tempo della prima interazione (time to interactive), ad esempio, esprime il tempo necessario dall’apertura dell’URL fino a quanto l’utente può interagire col sito, cliccare sui bottoni e scrollare la pagina. In questi termini, pertanto, è necessario ottimizzare i tempi di caricamento del Javascript del sito, croce e delizia di ogni developer web: da un lato, infatti, i theme tendono a infilare JS di ogni genere per garantire le migliori meraviglie funzionali e grafiche. Dall’altro questa sfavillante opzione pone dei problemi seri in termini di prestazioni, cosa che è possibile visionare dal cosiddetto Watermark ovvero grafico progressivo di come viene caricato un sito web.

Questo ad esempio era il watermark del mio sito prima delle ottimizzazioni che ho attivato, generato via GTMetrix.

Osservando i rettangoli da sinistra a destra, inizialmente aprendo il sito l’utente medio non vede nulla: ci vuole l’ottavo frame perché si cominci a vedere qualcosa di concreto, ed altri due per completare il caricamento della pagina.

È importante sottolineare che non basta manipolare del CSS o del JS, installare un plugin per la cache e via dicendo, come molti ingenuamente / presuntuosamente pensano, per risolvere il problema: ottimizzare le metriche del PageSpeed Insights richiedono ore di test e di sperimentazione, anche perchè non c’è un unico modo per fare tutto su qualsiasi sito e, in genere, il punteggio dai 90/100 non è affatto facile da raggiungere. Questo vale soprattutto lato mobile, visto che molti temi non sono ottimizzati per il mobile first index nonostante siano responsive.

Ad ogni modo, e fermo restando la complessità di valutazione dei singoli casi, lascio qualche suggerimento tratto dagli appunti che ho preso in questi mesi di lavoro su vari siti:

  1. PageSpeed Insights nellal nuova versione “criminalizza” e degrada il punteggio dei siti che possiedono troppo codice JS, CSS non compresso, HTML troppo lungo e strutture del DOM HTML troppo complicate (classico dei theme grafici di vecchia scuola, specialmente se a pagamento). Come si fa ad intervenire su questi parametri? In realtà un dovrebbe creare un theme child e semplificarne la struttura del markup HTML generato (in bocca al lupo…), ma probabilmente si fa prima a cambiare theme.
  2. Il numero dei plugin e l’hosting utilizzato non c’entrano per forza “tutto” con le cattive prestazioni del sito in termini di Insights di Google: molto probabilmente è più questione di theme vecchi e non pensati per il mobile.
  3. se il tool vi notifica un TTFB troppo alto potrebbe essere necessario intervenire nel codice PHP del sito, cambiare hosting e ridurre il numero di plugin usati (i siti WP con pochi plugin caricano prima di quelli con molti plugin installati, cosa provata sperimentalmente in più occasioni). Potete ridurre tali tempi anche con l’uso di cache, con il GZIP, con CloudFlare e così via.
  4. Se il first contentful paint o il first meaningful paint è troppo alto può darsi si debbano ridurre il numero di CSS e JS utilizzati, sfruttando ad esempio un plugin di minify molto facile da usare ed efficente come Autoptimize (attenzione a spuntare solo le opzioni suggerite, e non usare quelle sperimentali per evitare che ci siano bug nel sito). In alternativa potete installare HTTP/2, se il vostro hosting lo supporta, ed in questo caso a quanto pare non sembra servire il minify (su questa cosa, pero’, non tutti sono d’accordo: molti tool per la velocità non sembrano badare alla presenza di HTTP/2, almeno in apparenza).
  5. Se i tempi di prima interazione sono troppo lenti, poi, è opportuno attivare il tag defer a tutto il codice JS che avete embeddato, cosa che potete fare sia a mano sia sfruttando un plugin come Async Javascript.
  6. Configurate bene il file htaccess, cosa che potete realizzare sfruttando i vari template che trovate per configurarlo;
  7. La maggiorparte dei plugin di cache di WordPress sembrano spesso inutili per una migliore velocità, generano errori e creano più complicazioni operative che altro: per cui o li disinstallate oppure, come ultimo tentativo, provate il buon Cache Enabler.
  8. Provate sempre più volte la velocità, e fate il check anche su pagine diverse dalla home perché, in alcuni casi, potrebbe non essere scontato che l’ottimizzazione proceda solo sulla home page.
LEGGI ANCHE:   Guida pratica per ottimizzare la INP (Interaction Next Paint)

E adesso buon divertimento, se posso dire così.

Come fare a risolvere

In genere puoi provare anche da solo, ma non sempre sarà facile agire. Per risolvere i problemi del tuo sito ed essere quantomeno sicuro di trovare una soluzione utile, può essere utile l’intervento di un professionista del web che si paghi ad ore: è semplice, economico e si fa tutto via email o Skype, comodamente da casa tua o dall’ufficio.

Il servizio professionale per inviare SMS aziendali: ➡️ prova SMSHosting ! ⬅️

Ciao! Sono Salvatore Capolupo, sono ingegnere informatico e mi occupo di web da quasi 20 anni. Per saperne di più guarda la mia offerta per l’analisi SEO del tuo sito oppure (se hai problemi tecnici) richiedi una consulenza ad ore.

Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.