L’unica alternativa ad una link building professionale è fare spam

Ebbene, questa è la rivelazione shock del giorno.

Vedo troppe campagne di link building improvvisate, mi capita spesso di scorgerle durante le mie attività in tal senso e, devo dire, sono in parte avvilito anche se riconosco i limiti di certi ambiti: se ti danno letteralmente quattro soldi per lavorare, come spesso purtroppo accade, non puoi fare più di tanto. Non è neanche questione di dare la colpa a qualcuno, anche se rimango dell’idea che sarebbe meglio non fare nulla, in molti casi, piuttosto che farla poco e male.

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Anchor text che più esplicite non si potrebbe; articoli che si vede chiaramente essere “pensati” per la link building; scarsissimo valore aggiunto e forma italiana scadente sono indizi tipici delle attività che non vanno bene, e che andrebbero evitate anche perchè, cosa che in pochi considerano, possono rivelarsi un boomerang anche a livello di brand. Che figura ci fa, alla lunga, un sito o un’azienza che acquista articoletti a 30€ in cui si auto-proclama il migliore dell’ambito X? Gli utenti sul web sono più furbi di quanto si creda, e se vanno a fare qualche ricerca su di noi possono incappare in questi articoli, oppure leggerli casualmente: ed è opportuno che l’immagine sia sempre molto curata e gestita in modo professionale.

Anche se l’ho posta con un titolo leggermente provocatorio, quindi, il concetto rimane valido: se non sei disposto a spendere per una campagna di link building fatta a dovere, studiata nel dettaglio e “razionalizzata” (ben distribuita nel tempo, ad esempio, e con l’opportunità varietà dei domini sul profili di backlink), ricorrendo al “fai da te” l’unica cosa che farai, nel 95% dei casi, sarà quella di aver prodotto spam. Ti sarai spammato da solo, e poi potresti pure avere il problema di essere penalizzato da Google, e doverti rimuovere quei backlink pure tanto faticosamente guadagnati (con tutte le difficoltà annesse, se hai lavorato in economia è difficile avere backlink ma è altrettanto difficile farli rimuovere, a volte).

I lidi a cui ci si rivolge per fare link building “cheap” sono quelli di sempre: mi arrivano ad esempio molto spesso email in cui si chiede di cambiare una anchor text per metterci il loro sito, e poi mi fanno sempre impazzire quelli che fanno i finti tonti e suggeriscono “risorse” che, secondo loro, aumenterebbero il valore aggiunto dei miei articoli. Tecniche che erano diffuse nei forum SEO americani fin dalla notte del tempi, e che sono arrivate anche da noi bombardando le email dei vari siti con traffico medio-alto (mi arrivano in media 3 richieste a settimana di questo tipo, ormai da anni).

Che poi, a ben vedere e senza fare moralismo, se gli va bene a volte le tecniche economiche potrebbero addirittura funzionare, ma non è affatto detto che il risultato duri nel tempo – cosa che un’attività di consulenza è in grado di garantire, almeno in linea di massima e in misura comunque maggiore della link building improvvisata. Il problema è che senza strategia non andrai da nessuna parte, e senza avere la freschezza e la lucidità di capire come e quanto lavorare per la tua link building, idem.

Photo by Myriam Jessier on Unsplash

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.