Guida pratica a Google Panda

Google Panda risale al 2011 e targetizza un modo di fare SEO tipico del lato black hat di queste attività: pubblicare pagine web dallo scarso contenuto, molto brevi e difficili da leggere, in cui viene spesso utilizzata la tecnica del keyword stuffing. In particolare sono colpite dall’update le cosiddette Content Farm, un modo disonesto per guadagnare click con Google Adsense ricopiando contenuti o intestazioni da altri siti ed inserendo gli annunci all’interno del sito. Realizzare una content farm è alla portata di chiunque (basta anche solo WordPress con alcuni plugin, peraltro spesso gratuiti, per ricopiare i feed RSS di altri siti), e Google in questi anni è stata molto attenta a questo discorso, per quanto qualcosa gli sia purtroppo, per forza di cose, sfuggito.

Nota: un update automatico di Google è una modifica a livello algoritmico, di cui non sono noti i dettagli implementativi, in genere, su uno o più criteri utilizzati per posizionare un sito.

Formalmente, almeno all’inizio, Google Panda colpiva solo una piccola percentuale (circa l’1%) delle SERP mondiali, in particolare quelle più spammate ovvero soggette a queste tecniche non consentite. Ulteriori aggiornamenti sono stati effettuati anche in varie date successive: senza entrare nel dettaglio, anche perchè non ci sono indicazioni chiare in merito se non per percentuali di query affette, emerge come dato interessante il fatto che gli update automatici, in questo caso, non siano andati a colpire la totalità delle ricerche ma sempre una percentuale variabile tra lo 0.3% e l’1%.

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Google Panda in realtà fa una cosa molto importante lato UX (User eXperience): migliorare l’esperienza di navigazione di chi cerca informazioni utili o sensibili, valorizzando l’effettiva qualità ed evitando che emergano in SERP pagine poco utili o semplicemente piene di spam.

Tecnicamente sono i siti con contenuti ripetitivi, prelevati da altri siti web o condivisi / copia-incollati da altri siti ad essere maggiormente a rischio di essere colpiti da questo algoritmo. Spesso i cali di traffico di un sito possono essere associati ad una penalizzazione Panda, ma le cause possono essere molto più complesse e non è affatto scontato riuscire a comprendere la causa del problema.

A differenza degli update manuali, per la cronaca, quelli automatici come panda non sono notificati in modo esplicito. Tra le possibili cause di backlink rischiosi lato Panda ci sono i siti che pubblicano link su vari pagine in modo automatico ricopiandole da altri siti, come ad esempio:

  • alcuni aggregatori di news e scraper;
  • blog che copiano notizie da altri blog mediante copia-incolla manuale o automatico.

È inoltre possibile segnalare i backlink indesiderati, per la cronaca, sfruttando il tool per il disavow.

Photo by Stan W. on Unsplash

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.