Funzioni di SEO Yoast: sei sicuro di conoscerle davvero?

SEO Yoast è uno dei plugin SEO per WordPress più comuni ed utilizzati su blog di ogni genere. Mette a disposizione una serie di funzionalità che non sarebbero disponibili, di default, all’interno di WordPress, ed è bene capire fin da subito che non basta installare questo plugin per fare SEO onpage in modo corretto. Molti credono che equivalga a fare SEO utilizzare alcune funzioni per aggiustare il valore dei semafori, ad esempio, ed è proprio partendo da queste considerazioni spesso errate che cercheremo di capire un po’ meglio come funziona.

SEO Yoast è uno strumento software di supporto alla SEO, per cui deve essere utilizzato in modo corretto e senza prendere come “oro colato” tutto quello che ti mettono a disposizione. Si tratta infatti di suggerimenti, a volte corretti altre da vagliare in modo critico a seconda dei casi ed altri ancora, c’è da dire, abbastanza fuorvianti. Il consulente SEO ha il ruolo di supervisionare quei suggerimenti e non dovrebbe mai accontentarsi e vedere la questione in modo acritico.

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Diciamo anche che le funzioni che sono messe a disposizione da Yoast vanno sapute usare, non devono essere intese troppo alla lettera oppure accettando una lettura fuorviante che potrebbe, ad esempio, far intendere una cosa per l’altra. Ciò che scriviamo qui vale per estensione per qualsiasi altro plugin SEO, in effetti, con la differenza che cambiano le modalità operative e certe funzioni mancano (Yoast ad esempio non permette di inserire il noindex proprio su tutti gli archivi di WP, e questo è in parte un limite come sottolineato nell’articolo critico dedicato all’argomento).

I campi di Yoast

Quando si installa Yoast vedremo all’interno di ogni articolo e pagina i seguenti campi:

  • Punteggio SEO
  • Punteggio di leggibilità
  • Titolo SEO
  • Desc. meta
  • Frase chiave
  • Link interni in uscita
  • Link interni ricevuti

Ecco i campi che potete abilitare dalla finestra articoli, ad esempio, cliccando su Impostazioni Schermata:

E poi selezionando le etichette, che corrisponderanno a colonne, da abilitare:

In genere, a proposito, io abilito quasi sempre sui siti web:

e poi lascio sempre la spunta su:

  • Titolo SEO
  • Desc. meta
  • Link interni ricevuti

Una volta capito a cosa servono i singoli campi, sarà chiaro (speriamo!) il perchè di questa mia scelta.

Punteggio SEO

Il punteggio SEO corrisponde con il celebre semaforino che tutti conosciamo, quello che molti utilizzano come “totem” per individuare la natura e la qualità della SEO del proprio sito. Nell’uso di uno strumento del genere, di fatto, c’è da sottolineare come si tratti di un tool fin troppo semplice, e fin qui nulla di male – se non fosse che nella pratica SEO reale questo indicatore è a volte fuorviante.

Il valore del semaforo valuta semplicemente il livello di corrispondenza esatta tra una keyword di riferimento e la sua presenza nella parola chiave; questo approccio esatto pero’ non considera che molti post si potrebbero posizionare lo stesso (in alcuni casi) senza che la keyword desiderata sia inserita all’interno della pagina.

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Detta diversamente: il valore del semaforo Rosso, Verde e Giallo dentro Yoast è calcolato sulla base della corrispondenza tra parola chiave che impostiamo e campo di riferimento (ad esempio title e meta description). Per esempio: ammettiamo di impostare la parola chiave “hosting” all’interno di un articolo che vorremmo posizionare per la stessa chiave. Anzitutto è bene ricordare che impostare la keyword “Hosting” non basta a “fare SEO” e non produce nulla, di per sè, in termini di HTML ottimizzato esternamente. È solo un parametro di riferimento, ed è incredibile come nessun SEO (almeno in Italia) ad oggi abbia sottolineato a dovere questo aspetto.

Se non “rispettate” i semafori di Yoast non è affatto detto che la vostra SEO sia fatta male, quello è il senso. Pensare il contrario significa, ad oggi, banalizzare grandemente la questione.

Il semaforo infatti bada alle corrispondenze e non sempre riesce nemmeno a rilevarle, tanto che da anni si discute della sua effettiva utilità, e ci sono attività SEO assurdamente vincolate a questo parametro, diventato quasi più importante di come Google poi effettivamente valorizzi quella pagina o meno.

Se una pagina performa bene, infatti, ve ne accorgerete dalla SEarch Console, se invece performa male, stessa cosa (non ci sarà nella Search Console o avrà dati scadenti): basarsi sul semaforino, secondo me, è solo un modo riduzionistico per rendere “for dummies” un problema decisamente interessante ed ampiamente sottovalutato da una discreta parte della comunità SEO.

Punteggio di leggibilità

Anche qui siamo nell’ambito delle stime algoritmiche: un software che cerca di attribuire un punteggio di leggibilità in assoluto. Ma se andiamo a vedere meglio ci accorgiamo che, ad esempio, ci sono pagine scritte male in italiano che si posizionano lo stesso.

Yoast attribuisce un punteggio di leggibilità dal 2016, e lo fa con modalità abbastanza difficili da decifrare: dovrebbe essere attorno a 90 o 100 per essere “valido”, ma anche qui – cosa vuol dire punteggio alto di leggibilità? Significa che ci posizioneremo al 100%? Sicuramente no, per cui tanto vale non dare troppa importanza a questo numeretto – per lo stesso motivo per cui non dovremmo mai iper-valutare le metriche SEO in altri ambiti (un sito ottimo come contenuti e che converte molto bene potrebbe tranquillamente avere una DA o ZA bassisima, addirittura nulla).

La leggibilità è un parametro rigorosamente relativo, del resto: può essere “leggibile” un testo critico di Slavoj Zizek per un addetto ai lavori, mentre molta altra gente potrebbe rilevarlo come incomprensibile. Di contro può essere “leggibile” la descrizione di un video per adulti su un tube pornografico, dato che basta poco per “rendere l’idea” e, allo stesso modo, una guida per usare una carta di credito non scritta in italiano aulico può comunque essere rilevata da Google come funzionale allo scopo per cui è stata realizzata (buona search intent).

Senza perderci in ulteriori discussioni in merito, direi che è il caso di andare oltre.

Titolo SEO

Il titolo SEO corrisponde al valore del campo <title> della pagina HTML corrispondente all’articolo che state editando.

<title> Valore impostato da Yoast 123 prova </title>

Di default tale valore sarà uguale a quello del titolo dell’articolo, che a sua volta costituirà anche il valore del tag H1. Se volete differenziarli come spesso sono solito fare anche io, in effetti, basterà valorizzarlo a parte aprendo l’editor ed inserendo il valore desiderato (campo Titolo SEO qui sotto).

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Tale campo è composto da tag dinamici – che ho spiegato qui – oppure da stringhe statiche, quindi o stringhe di testo che si valorizzano a seconda dei casi (Titolo dinamico, Separatore ecc.), oppure potrete scrivere banalmente nella casella il titolo desiderato.

Desc. meta

Il campo desc. meta corrisponde al valore dell’attributo value del tag

<meta name="description" value="123">

della pagina HTML corrispondente all’articolo che state editando. Di default tale valore sarà uguale a quello del titolo dell’articolo, che a sua volta costituirà anche il valore del tag H1. Se volete differenziarli – come siamo soliti fare noialtri del mestiere, basterà valorizzarlo a parte aprendo l’editor ed inserendo il valore desiderato (campo Titolo SEO qui sotto).

Tale campo è composto anch’esso da tag dinamici – che, lo ribadisco, ho già spiegato qui – oppure da stringhe statiche, quindi o stringhe di testo che si valorizzano a seconda dei casi. Il campo in questione qui sotto sarà Meta descrizione, ovviamente.

Frase chiave

Anche qui è bene capirci: inserire una keyword in questo campo NON garantisce che la pagina si possa posizionare per quella keyword. Sarebbe molto semplice fare SEO se fosse così! Questo bias o fraintendimento è più diffuso di quello che potrebbe sembrare, e sono tanti i SEO che si affannano inutilmente a compilare questo campo pagina per pagina.

D’accordo inquadrarlo e farne uso in una strategia SEO specifica o come memorandum orientativo interno, ma pensare che “serva” alla SEO è sbagliato: il valore della frase chiave di Yoast va inserito nel title o nel testo, al limite, non qui. L’inserimento di questo campo contribuisce a mio avviso (o non chiarisce abbastanza) che il valore che imposteremo non andrà a finire nel front-end (e quindi Google non lo vedrà).

Link interni in uscita

Questo campo misura il numero di link in uscita (outbound) all’interno del testo dell’articolo. Utile solo in alcuni casi, basta ricordare che non deve essere per forza valorizzato e non è una banale questione di aritmetica, diciamo.

Link interni ricevuti

Questo campo misura il numero di link in ingresso (inbound) all’interno del testo dell’articolo. Molto più utile del campo visto in precedenza, potrebbe essere utile fare sì che ogni articolo abbia almeno un link in ingresso, anche più di uno in certi casi e comunque in modo funzionale alla search intent, alla navigazione ed alla user intent.

Il conteggio non considera i link in ingresso presenti da zone del sito che non siano gli articoli (quindi non conteggia link interni alla pagina in questione dal menù, ad esempio) nè tantomeno quelli che eventualmente ricevete dall’esterno (link building).

Anche qui, tool solo orientativo da non prendere troppo alla lettera.

Sperando di avervi un po’ chiarito le idee, alla prossima volta!

Foto di janjf93 da Pixabay

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.