Investire sui contenuti: come costruire un sito di successo

Ho dovuto pensare un po’ al miglior titolo per questo articolo, che tocca argomenti non banali ma sui quali credo molto, e che nel tempo mi hanno portato numerose soddisfazioni in ambito web. Il titolo a cui avevo pensato inizialmente, infatti, è “Tutto quello che volevate sapere sui contenuti e che non avete mai osato chiedere“, passando per un “l’altra faccia della medaglia dei backlink” che ho subito scartato, perchè l’avrebbero capito in pochi. Ho preferito sostituirlo con un sano “investire sui contenuti” perchè, secondo me, c’è una sensibilità sviluppata ancora molto poco, sull’argomento. Solo alcuni degli imprenditori sul web hanno realmente capito l’importanza dei contenuti, e soprattutto non riescono a superare una visione miope sul questo (delicatissimo) tema.

In breve si parte da questa considerazione:

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Quando si parla di SEO si pensa molto ai backlink (ammesso che se ne capisca seriamente l’uso e l’importanza) e si dimentica che senza contenuti significativi, i link non hanno senso (in nessun caso).

Cosa significa “contenuti”?

Partiamo da una domanda, pertanto: cosa sono i contenuti sul web? So che molti di voi stanno meccanicamente per rispondere “articoli“, e sono già pronti a popolare di “contenuti originali” (il mito inafferrabile con cui sono cresciuto – e diventato SEO – a partire dal 2008) i propri blog e quelli altrui. Ma questa visione denuncia una mancanza di fondo ed una piccola imprecisione: la mancanza consiste nel fatto che i contenuti non sono per forza articoli, l’imprecisione è che non è necessario fare gli scribacchini ad ogni costo per qualsiasi sito, perchè si perde solo tempo a farlo e (soprattutto) porta facilmente fuori strada.

Che tipi di “contenuti” esistono?

I contenuti sul web sono ciò che da’ un senso alle ricerche degli utenti: cercano qualcosa, trovano risposte. Il meccanismo è semplice, ed è spesso ripetuto in più fasi consecutive (più ricerche affinate), dato che è raro trovare quello che si cerca al primo colpo (come dicevo anche qui, parlando delle sessioni di ricerca). Per questo motivo, i contenuti web possono essere:

  1. articoli (ovviamente) più o meno markettari;
  2. FAQ (così facendo, indicizziamo e riportiamo direttamente gli utenti alle risposte che vogliono trovare);
  3. approfondimenti (se la nicchia in cui lavoriamo lo permette);
  4. comunicati stampa (quelli sempre, purtroppo o per fortuna);
  5. pubbli-redazionali (anche qui, stesso discorso che per i comunicati, con la differenza che mi sembrano scritti in modo un po’ meno impersonale);
  6. video ed immagini;
  7. ricerche originali (con il rischio di scrivere fandonie o cose inesatte, ma vanno benissimo se avete ad esempio materiale cartaceo inedito sulla vostra azienda, da mettere sul web per la prima volta);
  8. servizi web (e qui gli esempi si sprecano: piattaforme di ogni genere, trova-prezzi, social network, comparatori di offerte, servizi di prenotazione, generatori di coupon e chi più ne ha, ne metta);
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I contenuti sono spesso l’unica cosa che qualifica l’azienda

I più furbi avranno notato, anzitutto, una cosa importante: molte delle aziende più grosse puntano esclusivamente su servizi web funzionali ed unici nel loro genere, come fa ad esempio Booking.com con il suo evolutissimo motore di ricerca. Difficilmente, pertanto, una realtà come Booking si metterebbe ad impestare il web di articoli per parlare di sè in terza persona, ed è questo che ci fa intuire che, certo, comunicati stampa e compagnia sono bellissimi ed utili ma i “contenuti” di valore sono anche altra roba. Bisognerebbe avere la flessibilità di capire questa cosa, di estendere la propria idea di “contenuti” una volta per sempre.

In secondo luogo, i contenuti sono gli unici e soli strumenti per definire l’identità di quello che stiamo offrendo, con il nostro sito, in pasto alla folla: in pratica, quindi, sono il nostro vero biglietto da visita, molto più incisivo e possente di qualsiasi pagina “chi siamo“, di qualsiasi “leader nel settore” che ci auto-attribuiamo, di qualunque scopiazzatura o pagina desiderosa (vanamente) di farci sembrare quelli che non siamo.

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Guardate che il pubblico se ne accorge, se bariamo o vogliamo far credere che il nostro negozio di informatica sia in realtà in competizione diretta con la Apple, giusto con sede in provincia. Per cui passiamo direttamente ad un’altra questione cruciale.

Cosa significa “contenuti di qualità”?

Qui entrano in ballo molti stereotipi e risposte abbastanza parziali: ad esempio per un copywriter (scopri il corso di Madri per diventarlo) di professione, qualità implica articoli scritti bene, chiari e senza errori di ortografia o grammatica. Giusto, ma abbiamo appena visto che i contenuti non sono per forza paragrafi di testo: possono essere anche visuali (video o immagini), possono essere anche servizi informatici che forniamo mediante il nostro sito (una pagina di prenotazioni, un trova-offerte di lavoro, un e-commerce, ecc.) i quali dovranno rispettare dei requisiti di base:

  • essere alla portata dell’utente medio che ne usufruirà;
  • essere facili da usare per il target di riferimento;
  • essere in grado di procurare soddisfazione all’utente;
  • essere “grammaticalmente” corretti, e questo vale per le immagini (magari evitiamo quelle troppo pixellose, amatoriali o con ombre sgradevoli) quanto per i servizi web (che è opportuno testare per bene, prima di mandare online).

Pertanto mi pare corretto che “contenuto di qualità” debba coincidere, nell’accezione più generale, con un contenuto che sia ritagliato nel miglior modo possibile sulle effettive necessità dell’utente finale, e non (come spesso accade) brutalmente rifinito sulle nostre egocentriche richieste. Se l’utente chiede chiarezza e semplicità d’uso, diamogliela: se vuole complessità, deve poterla avere. E così via, verso l’infinito e oltre.

Conclusioni

Mi auguro che questo excursus sui contenuti abbia potuto chiarirci le idee in merito: per quanto mi riguarda sono arrivato a queste conclusioni solo dopo anni di lavoro in settori diversi della SEO, per cui non sarà facile arrivarci se – come spesso accade – uno è abituato a pensare alle cose in modo rigido o troppo egotistico. Pensate sempre al target di riferimento, e rifinitelo con attenzione nel tempo: solo così, infatti, col tempo aumenterete le visite ai vostri contenuti.

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.