SEO trust: perchè Google non si fida del tuo sito

Quando si lancia un nuovo sito sul web e ci si aspetta di posizionarsi subito su Google o Bing, la delusione potrebbe essere dietro l’angolo. Quello che succede, infatti, è sotto gli occhi di chiunque ci provi: è molto difficile riuscire a posizionarsi immediatamente, e anche per noi “addetti ai lavori” spesso tocca aspettare un po’. Ma per quale motivo avviene questo?

Perchè i nuovi domini difficilmente riescono a posizionarsi subito? Questo, in prima istanza, sembra essere vero se trattano temi con molta concorrenza, come ad esempio un sito dedicato ai confronti tra offerte di settore, oppure temi in cui ci sia un forte commercial intent, come un sito di e-commerce, un blog sulla finanza, un forum dedicato agli investimenti e così via. Del resto, si tratta di una misura anti-spam che impedisce correttamente (almeno nelle intenzioni) ai broker di domini internet di mettersi in concorrenza indebita con competitor consolidati, cercando di restituire risultati coerenti e interessanti a chi cerca.

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In genere l’atteggiamento dei motori di ricerca nei confronti dei siti web aperti da poco è un mix di indifferenza e diffidenza: del resto, per Google è facile rilevare la data di apertura di un dominio, per cui un fattore che andrà certamente a considerare è l’età del dominio. Età del dominio che è considerato un fattore SEO da sempre rilevante, e per cui vale una sorta di regola (che si applica anche al vino): più un dominio invecchia, in generale, più diventa “pregiato”. Il senso di questa prima parte del discorso, pertanto, è che un dominio aperto da pochi giorni ha poche (o nessuna) opportunità di posizionarsi subito sui motori, mentre effettuando più rinnovi negli anni le possibilità aumentano.

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Questa cosa a molti miei clienti non piace e crea malumori fin dall’inizio, cosa che purtroppo è impossibile da accelerare – a meno che uno, per intenderci, non abbia una grande quantità di contenuti realmente utili o un’idea imprenditoriale davvero valida e agevole da promuovere via Google (non via web o social in generale: non tutto quello che gira sul web, infatti, è adatto alla promozione sui motori di ricerca). In altri termini, è anche l’utilità del sito ad avere la sua importanza indiretta lato SEO, ed è chiaro che se volete posizionarvi con il solito sito vetrina (accezione orribile e mediamente inutile di portale, ma tant’è) oppure il blog in cui pubblicate annunci Adsense senza badare ai contenuti originali, avrete poche possibilità di successo.

Sono tantissimi, pertanto, i fattori che tendono a “calmierare” il mercato della SEO, e chiaramente questo è un bene anche per evitare che domini appena registrati possano scalzarci senza preavviso. Questo sembra valere, in larga parte, anche per i domini a chiave esatta o EMD (Exact Match Domains), domini che sono molto amati dai SEO perchè effettivamente – per alcune combinazione di parole chiave presenti nel nome, non per tutte – sembrano realizzare meglio il compito di posizionarsi decentemente, spesso senza effettuare attività tradizionali di link building. Questo naturalmente è soltanto un secondo fattore che può giocare a nostro vantaggio quando apriamo un nuovo sito, ricordandoci che 1) il suo commercial intent elevato che 2) la sua data di apertura recente possono essere entrambi fattori a nostro sfavore, almeno nel brevissimo periodo.

Sì, perchè una scelta debole nel breve periodo può essere comunque contro-bilanciata nel medio-lungo periodo, quando il sito si consolida presso gli utenti e le pagine vengono consultate più spesso. Pertanto ci sono anche scelte di nuovi domini che pagano comunque come investimento a lungo termine, per quanto sia necessario chiarire che debba essere attuata una strategia a lungo termine che preveda, ad esempio, un piano di pubblicazione dei contenuti costante nel tempo. Per evitare di subire l’effetto di rallentamento imposto da Google ai domini nuovi, si può pensare di procurarsi e riutilizzare un dominio scaduto (ad esempio dal sito Trovalost.it), per quanto questa tecnica vada utilizzata con molta cautela e facendo le opportune valutazioni – per intenderci, se il dominio acquistato aveva una cattiva fama, spammava o non portava traffico, non è utile prenderlo in considerazione.

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Fattori che contribuiscono a posizionare subito un sito, quindi, sono 1) la tecnica EMD 2) l’attuazione di un piano di pubblicazione delle pagine ben definito 3) l’eventuale acquisto di un dominio scaduto di buona qualità (al netto di ulteriori valutazioni sulla possibilità legale di sfruttare determinati nomi protetti da brevetti o copyright). Dall’altra parte, fattori che tendono a frenarci, praticamente tutti gli altri menzionati: intento commerciale, concorrenza, uso di tecniche di spam poco utili agli utenti.

Del resto Google e Bing tendono ad assimilare le modifiche che facciamo ai siti con i loro tempi, per cui non prendetela con troppa fretta: agli addetti ai lavori suggerisco da sempre, del resto, che sarebbe ideale (dopo aver inventato decine di metriche improbabili) introdurne una che tenga conto del “tempo di assorbimento” delle modifiche ad un sito web da parte di Google.

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.