Perchè il tuo sito ha bisogno di traffico qualificato, una volta per sempre

Persi in considerazioni che tendono spesso a diventare sterili, ad esempio sul PageRank come sul numero di link in ingresso, o (ancora) sul mettere la keyword all’inizio di un title, spesso dimentichiamo la vera essenza della SEO ben fatta, che dovrebbe riguardare un singolo e ben identificabile obiettivo: portare traffico qualificato al nostro sito.

Perchè portare traffico qualificato al tuo sito? Ci sono una varietà di buone ragioni per farlo, ne elenco due:

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  1. si evita la dispersione utenti dovuta a campagne di web marketing grossolane o fatte a casaccio, in cui si cerchi solo di aumentare il numero di visitatori (che sanno farlo anche i ragazzini) e non la qualità delle visite (che invece è un’arte che richiede competenza, dedizione e pazienza).
  2. traffico qualificato significa utenti interessati ai contenuti del tuo sito, quindi – nel caso di e-commerce – persone propense a spendere e fare acquisti oppure – nel caso di blog – interessate ai tuoi contenuti ed alla possibilità di leggerti, commentare i tuoi articoli, cliccare sui banner del sito, trovare cose interessanti e così via

Ma cosa significa, in altri termini?

Per portare visite al nostro sito ci sono due modi:

  1. metodi indiretti, che consistono nell’insistere su contenuti di qualità, originali e difficilmente reperibili su altri siti; in questo modo infatti sarà più facile essere linkati, citati o riferiti dall’esterno (social, blog, forum ecc.), quindi un buon copywriting / content marketing;
  2. metodi diretti, ovvero alimentare il traffico del nostro sito postando il link ad (alcuni) nostri post,

Solo il giusto equilibrio da questi due approcci porta al successo, e solo un mix equilibrato e coerente finisce, nel medio-lungo periodo, per portare traffico di qualità. Se infatti ci concentriamo solo sui metodi indiretti, il nostro sito sarà magari curatissimo ma rimarrà un’isola nel deserto; se invece usiamo troppi metodi diretti, finiremo per condizionare in negativo la percentuale di rimbalzo del nostro sito, portando traffico grezzo e poco mirato o interessato ai nostri argomenti.

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Ma come si fa a procurarsi traffico qualificato? Chiaro che il traffico qualificato è quasi sempre quello basato sugli interessi reali dei visitatori (esempio: un sito che vende smartphone deve attrarre visitatori potenziali che siano, almeno nella maggioranza dei casi, potenzialmente interessati o entusiasti utilizzatori di smartphone: diversamente, è traffico generalista poco utile o peggio ancora traffico artificiale), per cui bisognerà capire come alimentare l’interesse verso il nostro sito da parte dei visitatori: pertanto, ci sono varie tecniche per alimentare il traffico di qualità al nostro sito. Ad esempio, eccone due:

  • un’attività SEO mirata ad ottenere link pertinenti con il nostro sito può aiutarci ad aumentare il traffico dai motori di ricerca e, in molti casi indirettamente, far conoscere il nostro sito (visite alla home, o di chi si ricorda del nostro sito in un secondo momento); in questo, soprattutto i link editoriali funzionano egregiamente, cioè quelli provenienti da contesti in cui l’utente sia portato a leggere la pagina con calma (blog, siti di quotidiani, forum attivi e curati e così via)
  • l’inserimento di link all’interno di social network può aiutare, almeno in parte; ma attenzione, va comunque sempre fatto con cautela. I social network non servono a spammare link, ma sono pensati soprattutto per far comunicare le persone; non usateli solo per postare i vostri link, anche se la tentazione è forte e sembra una soluzione rapida ed veloce, perchè 1) non è detto che vi portino traffico qualificato, anzi in molti casi portano traffico ad elevato rimbalzo, poco interessato al vostro sito e così via 2) farete una figura abbastanza pessima agli occhi di chi potrebbe invece, con strategie mirate, diventare vostro fan sincero).

Comunque si decida di fare, ci possono essere altre possibilità che solo un consulente esperto sarà in grado di indicarvi, sperimentandole sul campo – non è facile, credetemi: chi dice che sia facile lo dice in modo poco obiettivo o perchè, magari, è quasi meno competente di voi (non che per l’utente o l’imprenditore medio sia una colpa esserlo, intendiamoci).

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Gli indici che in generale si possono usare per valutare (orientativamente) la qualità del traffico sono i seguenti:

  • il numero di visitatori unici (in Google Analytics detti “sessioni“, da qualche tempo), questo è un numero ovvio che non richiede spiegazioni e che rappresenta il numero di persone che guardano il nostro sito e ci arrivano, in qualsiasi modo lo facciano;
  • il numero di visualizzazioni, cioè le impressions del nostro sito, che rappresentano quante volte viene visualizzato il sito web a prescindere dal numero di visitatori (potremmo infatti avere un singolo visitatore che clicca indefinitamente su più pagine);
  • i referral, cioè chi dall’esterno riesce nell’arduo compito di portare traffico diretto al nostro sito (blog, forum, Youtube, … con annesso link);
  • la percentuale di rimbalzo, detta anche frequenza di rimbalzo e che rappresenta, senza scendere in definizioni troppo tecniche (la definizione data da Google è abbastanza difficile da capire anche per molti dei più esperti), deve essere mantenuta più bassa possibile (a meno che non stiate ottimizzando una singola pagina senza punti di uscita o link interni verso altri contenuti). Un rimbalzo eccessivo è indicativo del fatto che gli utenti arrivano ma – semplificando un po’ i termini – non cliccano nel sito, e questo può tradursi in conseguenze dirette (non gaurdano le pagine che vorremmo, o non sono attratti dal sito per motivazioni varie) ma anche indirette (non fanno clic sulle pagine che dovrebbero farci guadagnare).

Google Analytics offre strumenti di analisi dei dati di accesso al nostro sito anche più raffinati di questi, e su cui è opportuno rivolgersi ad un consulente esperto per avere delucidazioni.

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.