Inviare offerte di lavoro non richieste via chat è considerabile come spam

Linkedin è senza dubbio uno strumento utile per chi lavora: la quantità di contatti che fanno il proprio mestiere, o che potrebbero aiutarci a cambiare lavoro è impressionante, e si tratta di uno strumento sicuramente molto utilizzato in Italia. Anche chi non lavora prettamente sul web, infatti, tende a creare un profilo aziendale o personale, e questo alla lunga è in grado di garantire una buona rete di contatti – a patto di seguire un po’ di regolette pratiche.

E per chi volesse usare Linkedin per il business mediante pubblicità? Il sistema di ads a pagamento di Linkedin è interessante, forse non alla portata di chiunque come costi – ma molto ricco di opzioni: tra queste è anche possibile inviare messaggi privati di pubblicità, che appariranno come sponsorizzati. Molte aziende e professionisti, invece, usano mandare semplicemente dei messaggi privati per inviare offerte commerciali, quando in realtà la chat privata andrebbe usata esclusivamente per comunicare in modo attivo con gli altri. Insomma fanno ciò che diventa un classico per molti neofiti di internet: fare cose sbagliate e improduttive con l’arroganza o la convinzione di fare la cosa migliore. Un po’ come le aziende che usano un profilo privato su Facebook (invece di creare una pagina) per la propria SRL, insomma.

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Le cose problematiche in questi casi sono legate a due aspetti:

  1. l’offerta inviata via chat potrebbe risultare indesiderata per la maggioranza dei destinatari, e alla lunga infastidirli: se apro Linkedin, infatti, e noto messaggi privati in arrivo, mi aspetto contatti di lavoro e proposte di collaborazione, opportunità per crescere professionalmente, insomma. Non certo pubblicità o vendita di servizi di cui nel 90% dei casi non mi importa nulla.
  2. non viene fatta alcuna profilazione dell’utente – si inviano offerte nel mucchio, ad intuito o peggio a casaccio, nella speranza che prima o poi qualcuno “abbocchi”. Questo, oltre ad essere un dispendio di tempo considerevole, è anche un cazzotto in bocca all’immagine della nostra azienda.
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Qui esce fuori un limite di molte realtà aziendali nostrane, ovvero l’avere un commerciale di bassa qualità o comunque, alla lunga, tendere a sfruttare risorse interne per praticarlo: in pratica questo equivale ad improvvisare. Ed improvvisare alla buona – lato vendita, poi… – non restituisce un’immagine esattamente grandiosa dell’azienda, anzi: in alcuni casi fa pensare ad aziende disperate, letteralmente alla canna del gas, che cercano disperatamente di venderti qualcosa – qualunque sia, e mi è capitato di essere contattato se fossi interessato ad entrare in un network di consulenze a pagamento, sempre via chat privata. Ovviamente se siete recruiter e cercate profili tematici da inserire nella vostra realtà, le cose sono diverse – ed in quel caso lo strumento viene usato in modo decisamente più corretto.

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Se pensate che queste considerazioni siano esagerate, fatevi due conti sui messaggi privati che avete ricevuto nell’ultimo anno. Nel mio profilo, ad esempio, quasi tutti i messaggi ricevuti erano volantini commerciali ed offerte di ogni genere: affiliazioni dubbie, invito ad entrare in “cerchie” di clienti (naturalmente a pagamento: pagare per lavorare, in sostanza), gente che offriva consulenze casomai ne avessi bisogno (!), e via dicendo. In breve: non trasformiamo Linkedin in uno dei peggiori call center, e facciamo fare il commerciale a chi sa davvero farlo.

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Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.