Google ce l’ha coi blogger-markettari (niente di personale)

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Google tempo fa (2016) aveva annunciato mediante un citatissimo comunicato ufficiale che i blogger che recensiscono prodotti che gli vengano omaggiati dalle rispettive aziende debbano usare il rel=nofollow, esplicitare che relazione abbiano col prodotto all’interno del sito e creare – come sempre – contenuti utili ed originali a vantaggio di tutti i propri utenti.

Attenzione quindi ai link che date dai vostri blog in cambio di prodotti gratuiti: non è vietato farlo, ma andrebbero sempre etichettati con il nofollow, andrebbe anche detto chiaramente in che rapporto siate con l’azienda e la recensione dovrebbe essere originale e non sputata fuori con una Spintax.

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Partendo dal presupposto che molte aziende inviano i propri prodotti gratuitamente ad alcuni blogger (solitamente con un buon numero di follower, o comunque molto popolari) in cambio di una recensione (una “mention“, si dice nel comunicato) dal proprio sito, Google invita ad una forma di correttezza per evitare di falsare i ranking di alcune pagine web, mostrando quindi attenzione contro una forma di marketing evidentemente molto diffusa.

Evito di riproporre i soliti pipponi che un po’ tutti scrivono in queste situazioni, non fosse altro che la politica di questo blog non insiste troppo sulla quantità, quanto sulla qualità degli articoli, e mi limito ad osservare che:

  1. non si tratta di una novità sostanziale, è semplicemente una riconferma contro gli abusati schemi di link che tutti dovremmo sapere a memoria; chi decida di fregarsene, dovrebbe – se non altro – prendersi qualche responsabilità in più;
  2. il fenomeno credo riguardi solo alcuni settori (neanche tutti) che basano la popolarità sulla recensioni-markette, anche se nella mia esperienza il più delle volte, chi ti chiede una recensione lo chiede gratis, e spesso ti offre nulla in cambio, per cui sarebbe curioso capire se questi link siano penalizzanti o meno. La differenza è molto sottile e credo, alla fine, dipenda dalla sensibilità del quality rater o su altri criteri immagino supportati da algoritmi statistici e/o ad apprendimento.

Comunque trovo piuttosto cattivello – uso un eufemismo – confondere chi scrive per passione su ciò che vuole – il blogger – con chi debba spacciare la recensione di un prodotto per autentica (il blogger-markettaro).

Ho già scritto altrove, comunque, che la mia sensazione su comunicati del genere è sconfortante: nascono con le buone intenzioni di essere linee guida per blogger che recensiscono prodotti, ma finiscono per diventare appigli per fraintendere o effettuare un goffo reverse-engineering, che è un po’ come sentirsi “hacker” perchè si sa accendere il PC.

Su ogni cosa, del resto, ad essere demonizzata è la manipolazione del PageRank, non la pratica generale di vendere link (come invece, a mio parere, dovrebbe essere): questo produce l’effetto collaterale del proibizionismo. Voglio dire che fa passare l’idea che il PR sia qualcosa di vietato, eccitante o affascinante, per cui finirà che qualcuno – prima o poi – dirà che il PR è l’unica cosa che conta, e sarà adorato dalle folle per averlo pensato.

Quando Google capirà tale paradosso poco simpatico, non sarà mai tardi.

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A cura di Capolooper.it