Data di update di un articolo su WordPress: quando e perchè mostrarla

La data di update di un articolo è da tempo croce e delizia per moltissimi SEO: se molti tendono ad aggiornarla compulsivamente, infatti, molti altri svalutano e non considerano questo aspetto. Secondo me è un fattore SEO da non sottovalutare soprattutto per i siti web editoriali, ed in questo articolo cercheremo di capire meglio i “come” ed i “perchè“, come al solito.

Come funzionano le date in WP

Da  un punto di vista squisitamente tecnico, c’è da premettere che WP lavora su due formati di data basilari: la data di pubblicazione e la data di update o aggiornamento. Ovviamente la seconda è associata all’ID di un post, di una pagina o di un post_type generico soltanto se c’è già la prima, e questo porta ad una prima considerazione fondamentale: non tutti i post hanno “bisogno” di data di pubblicazione e data di update.

Hanno bisogno di entrambe, ad esempio, le pagine prodotto che aggiornate spesso, i post in tempo reale. Le pagine di servizio con dati prelevati e mostrati in real time, ad esempio, possono utilizzare anche solo un campo data pubblicazione senza usare per forza l’altro. Se invece si tratta di notizie o articoli che compongono uno storico, è utile considerare l’uso di entrambe.

Le due date sono memorizzate in due campi del database differenti, per cui sono perfettamente indipendenti e “manipolabili” a piacere (basta cambiare il valore del campo con un plugin apposito o via database).

Come mostrare la data di update sui post di WP

Se sono due campi distinti, è vero che non tutti i theme mostrano entrambi, e anzi la maggioranza degli stessi mostra tendenzialmente la data di pubblicazione, non quella di update.

Per integrare la mancanza della data di update, nella pratica, potete installare il plugin:

WP Last Modified Info

che fa esattamente quello che suggerisce il nome, ovvero aggiunge la data di aggiornamento del post (se è diversa da quella di pubblicazione, in genere ha senso mostrarla, altrimenti no). Un esempio pratico è visibile nel post seguente, dove la scritta Last updated (ultimo aggiornamento, in italiano) è editabile all’interno del backend.

dateModified di schema.org

Non c’è dubbio che il plugin sia carino, peraltro, ed offra varie opzioni di personalizzazione e anche di notifica dei post cambiati via email, in modo da avere maggiore controllo editoriale sul blog. Lato Google e SEO, il punto fondamentale è che esiste un markup Schema.org (https://schema.org/dateModified) che può teoricamente essere visto da Google ed integrato nelle SERP.

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Il formato tipico sarà quello internazionale / UTF per i DateTime (data + ora), e internamente sarà generato come segue:

"datePublished":"2019-12-14T05:11:31+02:00"

"dateModified":"2021-06-11T08:31:12+02:00"

ad indicare un post creato nel 2019 e aggiornato nel 2021, in sostanza.

dateModified e SEO

La data mostrata nell’aggiornamento è utile per Google (e in alcuni casi può essere un fattore di ranking), ma non coinciderà per forza con quella che impostate lì, perchè Google fa sempre una scelta sulla base di altri fattori (tant’è che se non la ritiene “utile”, non la mostra per nulla, a volte, e possiamo farci poco in questi casi così come nel caso del title).

Non è semplice formalizzare questo aspetto: intuitivamente verrebbe da dire che Google mostra la data di creazione del post e, se c’è, quella di update, in genere pero’ fa un po’ come gli pare. Alcuni esempi lo dimostrano, e sono tratti da un mio “celebre” blog in cui ho inserito data di pubblicazione ed ho aggiornato poi il post in seguito, e Google a volte ha seguito questa indicazione, altre invece no.

Questo è un mio articolo sul KPI, ad esempio, che è stato pubblicato il 2 luglio ed aggiornato il 25 agosto 2020:

e nello specifico in SERP Google mostra il 2 luglio come data, ignorando quella di aggiornamento:

In altri casi è confermato come la data di pubblicazione sia, in modo contro-intuitivo, prioritariamente mostrata in SERP rispetto a quella di aggiornamento, e anche se la data di aggiornamento è successiva (e sarebbe logico mostrarla):

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Mi sembra abbastanza sicuro, insomma, che Google abbia una logica più raffinata e attenta a riguardo rispetto a qualche anno fa, quando alcuni SEO abusavano di Google Caffeine ed aggiornavano i post in continuazione, anche se non c’era bisogno di farlo, salendo in SERP in modo quasi automatico, a volte.

Conclusioni

Tornando al discorso WP, ci sono anche altri plugin che permettono all’utente di aggiungere data di aggiornamento e di pubblicazione mediante shortcode, ma francamente non mi sembrano il modo ideale di affrontare la questione (gli shortcode vanno usati il meno possibile, in effetti, tanto meno per una cosa del genere e tanto più perchè, ad esempio, se un giorno disattivate il plugin dovrete togliere manualmente tutti quelli che avrete inserito che nel frattempo “sporcheranno” il vostro sito di scritte poco comprensibili).

Come ulteriore nota tecnica, è fondamentale affidarsi ad un servizio di hosting che supporti adeguatamente WordPress, anche perchè in alcuni casi queste sono feature avanzate che non funzionano su tutti i server indistintamente. Con le varie versionidi PHP queste feature non sempre sono supportate, e per una questione di compatibilità sarebbe opportuno fare uso di servizi che permettano lo switch di versione del PHP, cosa che in molti, anche qui, tendono a sottovalutare: tramite l’autonomia nel passaggio da una versione all’altra feature come questa potranno funzionare più agevolmente. Un servizio come quello di SupportHost, ad esempio, permette a WP di funzionare tendenzialente con le specifiche indicate in questo articolo.

Immagine di copertina: Larry and Teddy Page, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Salvatore Capolupo

Ingegnere informatico dal 2006.